La conoscenza degli ambienti per la tutela della risorsa
Quello che nel linguaggio comune viene chiamato
tartufo o trifola non è altro che il “frutto” ( corpo fruttifero o carpoforo) di un particolare tipo di fungo. Questo fungo, del genere Tuber, ha la particolarità di compiere il proprio ciclo vitale sotto terra e per questo è detto ipogeo.
I funghi, al contrario delle piante, non sono in grado di produrre clorofilla e devono prelevare le sostanze nutritive da altri organismi. Nel caso specifico il tartufo trae il proprio nutrimento da numerose specie di piante arboree e arbustive.
Con queste instaura un rapporto dal quale entrambe le specie traggono dei benefici e che viene chiamato
simbiosi mutualistica. La simbiosi si realizza a livello degli apici radicali della pianta, il fungo o micelio avvolge la radice e forma un legame che prende il nome di
micorriza.
Il fungo soddisfatte le sue esigenze nutritive deve pensare a riprodursi ed a questo scopo origina un “frutto” o più propriamente un corpo fruttifero che è appunto il tartufo. Il corpo fruttifero è formato da un rivestimento esterno chiamato peridio o scorza e da una parte interna detta polpa o gleba dove sono contenute le spore.
Il tartufo una volta giunto a
maturazione emana un
odore molto forte e penetrante che attrae numerosi organismi, questi nutrendosene favoriscono la diffusione delle spore nel terreno e l'inizio di un nuovo ciclo biologico. Ogni specie di tartufo si differenzia dalle altre per il colore e la forma della scorza, per il colore della polpa ma soprattutto per le caratteristiche odorose ed organolettiche.
Anche all'interno della stessa specie le caratteristiche del corpo fruttifero possono variare a secondo della pianta simbionte e dell'ambiente nel quale si accresce. Studi approfonditi,effettuati in particolare sul tartufo nero, ci anno permesso di acquisire importanti conoscenze sul ciclo biologico, l'habitat, e la riproduzione di questo prezioso fungo.
Le tecniche sulla
micorrizazione artificiale di piantine simbionti e la loro messa a dimora, in ambienti idonei, hanno dato risultati confortanti. Soltanto la riproduzione del tartufo bianco sembra essere ancora una meta lontana motivo in più per conservare e tutelare gli ambienti tartufigeni esistenti.
APPROFONDIMENTI
I TARTUFI DEL MUGELLO
LE PIANTE SIMBIONTI